I viaggi che porto con me li ho fatti appesa alla penna, il
mio deltaplano da taschino. A volte mi lascia a terra. Ma se si decide e mi prende,
è un volo d’aquila affamata, interi orizzonti finiscono ingoiati. E’ una musica
forte, un tuono d’orchestra. Scendo a sfiorare l’erba, ma secca in fretta la
gola e allora, con uno stacco verticale, torno in alto a bere. Le parole che
incontro, non sono cielo e non è sola terra, sono teoremi da mandare subito a
memoria che poi, da seduta, non li so più ricalcolare.
Qualche volta, con le ali di una penna, mi riesce il volo di un’aquila rapace.
Qualche volta, con le ali di una penna, mi riesce il volo di un’aquila rapace.
"Qualche volta, con le ali di una penna, mi riesce il volo di un’aquila rapace". altre volte pure con una tastiera. l'hai mai vista un'aquila abbandonare la terra? nel cielo, il suo volo è già scrittura
RispondiEliminaChe incanto mi hai regalato: nel cielo, il suo volo è già scrittura.
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