giovedì 5 settembre 2013

Atelier # Le lettere di Annabelle.

Sono stati tanti giorni, in mezzo ai giorni. Ho scritto e buttato via. Qualche volta ho dimenticato com'era che ti volevo dire e dopo non era più uguale. Pensavo che avrei potuto tornare qui e riordinare le parole che ho lasciato in giro, nelle valigie nelle borse sui tavolini dei bar, tra i passi che ho seminato per le strade e in mezzo ai fiori che rubavo nel giardino e mettevo nei bicchieri sul terrazzo. Ma le parole sono magìe veloci, incantesimi senza seconde volte. Le guardo adesso e non mi piacciono più, svestite della luce del momento, di quel battito esatto di cuore.
Così ti ho portato una pagina bianca. Lo so, non sembra granché come regalo. Ma non c'è mai stato tanto amore come in queste righe che non ho scritto.
Vuoi leggerla con me ? Insieme è facile amore.
Qui, in alto sulla sinistra, è quando eri così lontano che potevo solo pensarti. Senza la tua voce, ero piccolissima vedi ? In un mondo improvvisamente immenso. Un po' più a destra ci sono le lettere che ti ho scritto ogni mattina e che tu non potevi leggere e i bigliettini che ti ho lasciato sul tavolo. Il mio preferito è "ho un ricciolo nuovo, l'ho fatto mentre rileggevo le tue parole. Oggi il tuo amore lo porto intrecciato tra i capelli".
Qui è quando mi hai telefonato, molti giorni dopo e molti paralleli in mezzo. "Ciao, ti sono mancato?" "No, ho avuto così niente da fare che proprio mi sei passato di mente". Lo senti quanto ridiamo? In mezzo alla pagina ci siamo noi, mentre scegliamo il pane (lo hai mangiato tutto tu, hai sempre fame) e qui io che penso "la mia estate è questo giorno" mentre dal finestrino del treno ti vedo aspettarmi seduto su una panchina. Qui sei tu in fondo alle scale che mi saluti e il mio cuore ti rotola dietro, appena ti volti. Subito dopo c'è una piccola macchia gialla, è una goccia asciugata, in corrispondenza di un giorno brutto. Se ci passi il dito è ruvida, non badiamoci, sopra ci ho appoggiato un tuo bacio scritto a numeri romani. Guarda qui invece, in fondo alla pagina. Ci sono i fiori blu che mi hai disegnato (ho già dimenticato come si chiamano, ma non quanto sono profumati) e le ali dell'angelo che hai voluto a tutti i costi toccare e il vecchio pick up grigio sbiadito, col cofano rotondo, che volevo comprare assolutamente per dormirci dentro, cercando di convincerti che sarebbe stato un affare, avremmo avuto sempre un sacco di posto per i tuoi panini e le birre. 
E c'è la torta col cuore rosso in cima, per dirmi buongiorno. Chiude questa lettera che non ho scritto, come un bacio di ceralacca.

Adesso è notte e credo anche da te.
Piego un altro foglio, come un aereoplanino di carta, dentro c'è scritto a domani. La parola che amo di più. Lo poggio sul cuscino. A destra.
Buonanotte amore.

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