Immagina sia
settembre e che sia un po’ tramonto e devi strizzare gli occhi per non
farteli bucare dai fanali delle macchine.
Dietro di te le
luci del teatro, il vociare muto del foyer al di là delle vetrate, davanti le
chiome scomposte sui tronchi ritorti. Un gatto passeggia sul muretto e ti
sembra sia nella tua testa che, piegando leggermente a destra, incontra la cima
di un carro alato. Puoi immaginare tanta stralunata bellezza, tutta insieme?
Posso.
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